La copertina di Captain Blood

Captain Blood, o L’Arche du Captain Blood in Francia, il suo paese d’origine, è un videogioco realizzato da Ère informatique (in alcune confezioni, marchiato con la loro etichetta Exxos totalmente dedicata al fantascientifico) e pubblicato da Infogrames nel 1988. Successivamente è stato ripubblicato nel Regno Unito da Players Software Premier.

Il gioco è stato rilasciato per la prima volta su Atari ST e successivamente per Commodore 64, Macintosh, Amiga, Apple IIGS, PC, ZX Spectrum, Amstrad CPC e Thomson TO8 e MO6, anche se la versione ST è l’unica versione che include l’intero set di suoni in lingua aliena. La musica del titolo è una versione ridotta di Ethnicolor di Jean-Michel Jarre.

Titoli di testa (Atari ST)

Captain Blood è stato sviluppato congiuntamente da Didier Bouchon e Philippe Ulrich, che si dedicarono alla progettazione ed allo scenario, in più, Bouchon contribuì alla grafica ed alla programmazione di per la versione Atari ST. Bouchon infatti  originariamente disegnava le copertine per l’etichetta Gazoline Software di Ère informatique, ma imparò a programmare in linguaggio assembly per l’Atari ST dopo che Ulrich gli fornì un assembler. Bouchon ha quindi creato una grafica in tempo reale generata da frattali che ha ispirato entrambi a creare un videogioco a tema fantascientifico.

Dopo l’acquisto di Ère informatique da parte di Infogrames nell’estate del 1987 (in parte interessata alle versioni preliminari di Captain Blood), Ulrich e Bouchon si isolarono Foresta delle Landes (Forêt des Landes) per avere il gioco pronto per Natale. Molti adattamenti per macchine sia a 16 bit che a 8 bit sono stati sviluppati nei mesi successivi, sebbene fossero port diretti della versione originale di Atari ST in grafica, effetti sonori o musica.

La trama è molto particolare: il protagonista, Bob Morlock, è un programmatore di videogiochi che suo malgrado si trova intrappolato all’interno della sua ultima creazione. Qui prende il soprannome di Captain Blood, in tributo all’omonimo romanzo di Rafael Sabatini, portato sullo schermo da Errol Flynn, nell’omonimo film di Michael Curtiz del 1935.

In seguito a un incidente durante l’iperspazio, viene clonato 30 volte e tali repliche, che succhieranno linfa vitale all’originale, si perdono nello spazio. In circa 800 anni il protagonista riesce a trovare e riassorbire 25 di questi cloni (denominati Duplicati o Numeri a seconda della versione del gioco); il gioco inizia proprio con la ricerca degli ultimi cinque, poiché ognuno prende una parte del suo fluido vitale. Blood, attraverso la sua “Arca biologica”, dovrà esplorare un universo immaginario chiamato Hydra visitando diversi pianeti e acquisendo informazioni da varie forme aliene per la riuscita della sua missione.

Interno dell’Arca (PC)

La comunicazione con gli alieni avviene tramite un’interfaccia basata su icone nota come UPCOM. Si tratta di circa 150 icone, ognuna delle quali rappresenta un concetto diverso. Poiché ogni razza aliena scoperta parla la propria lingua e reagisce in modo diverso, il giocatore deve imparare a negoziare utilizzando questi concetti UPCOM in uno stile adatto a ogni razza. Altre unicità del gameplay di Captain Blood includono cambiamenti nell’interfaccia del giocatore man mano che il gioco procede; inoltre, col passare del tempo, la salute del personaggio si è deteriora, aumentando lo scuotimento del cursore del mouse e rendendo il gioco sempre più difficile da controllare. La disintegrazione di un clone allevia temporaneamente questo sintomo.

Il giocatore inizia il gioco dal ponte della sua nave biologica, l’Arca. La nave inizia il suo viaggio nelle vicinanze di uno dei quattro pianeti predeterminati, ciascuno abitato da un singolo alieno. Per entrare in contatto con un alieno, il giocatore lancia un OORXX, una sonda biologica, sulla superficie del pianeta. Il giocatore deve navigare con successo la sonda su un paesaggio frattale, raggiungendo infine l’alieno alla fine di una valle. Appare quindi l’interfaccia UPCOM per far sì che il giocatore possa parlare con l’alieno e trovare maggiori informazioni, soprattutto le coordinate di altri pianeti abitati.

L’incontro con un alieno (Amiga)

L’Arca ha anche la capacità di compiere salti in iperspazio verso altri pianeti, scansionare o distruggere pianeti e teletrasportare alieni in un’area conosciuta come Fridgitorium, per la disintegrazione o il trasporto su un altro pianeta. Un alieno può essere teletrasportato nell’Arca solo dopo che ha fornito il suo consenso.

Captain Blood ha venduto più di 100.000 copie in tutto il mondo, ricevendo critiche sia entusiastiche che negative, queste ultime a causa dell’interfaccia. Il gioco è stato seguito da Commander Blood nel 1994 e successivamente da Big Bug Bang nel 1997, una versione solo francese.

La copertina

La copertina del gioco è perfettamente in linea con lo stile del videogioco: minimale, misteriosa e quasi elegante. L’immagine principale è la galassia Girandola del Sud (anche chiamata Messier 83 o NGC 5236). Questa bellissima immagine venne catturata dal Wide Field Imager all’Osservatorio di La Silla dell’ESO, situato in cima alle montagne del deserto cileno di Atacama.

La galassia si trova a circa 15 milioni di anni luce di distanza verso l’enorme costellazione meridionale dell’Idra (il serpente marino). Si estende per oltre 40.000 anni luce, il che la rende circa 2,5 volte più piccola della nostra Via Lattea. Tuttavia, per alcuni aspetti, Messier 83 è abbastanza simile alla nostra galassia. Sia la Via Lattea che Messier 83 possiedono una barra attraverso il loro nucleo galattico, il denso conglomerato sferico di stelle al centro delle galassie.

Completa la copertina, in alto, sopra l’immagine di sfondo la scritta del titolo del gioco in carattere in carattere Futura, con una B priva della barra centrale.

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